mercoledì 7 aprile 2010

2° CAPITOLO....


Sentivo un gran vuoto dentro di me e intorno a me: ero circondata da gente che mi voleva bene e aveva piacere di trascorrere dei momenti con me, nonostante tutto io sentivo un gran vuoto, niente di quello che avevo mi bastava, niente di quello che desideravo e raggiungevo mi bastava... percepivo questo vuoto fin da quando mi alzavo la mattina: per chi, per cosa valeva la pena vivere, vale la pena vivere? Non lo sapevo e tutt'ora, purtroppo, non lo so.
In questa tristezza, in questa malinconia crescente, in questa condizione di non senso assoluto e di sfiducia, è scattato in me uno strano meccanismo, un meccanismo di totale mortificazione, di annullamento di ciò che mi poteva far piacere o far stare bene, di sacrificio. Ma sacrificarsi per cosa? È stato così che ho iniziato a curarmi sempre meno, cioè a prendermi sempre meno cura di me, della serie “gli altri non fanno più parte di me, ma nemmeno io faccio più parte di me”.
Ed è così che:
“Oggi non ho tanta fame. Magari dopo vado a fare una passeggiata all'aria aperta. Stasera mangio leggera.” Oggi. Ma anche domani. Ma anche dopodomani. E il giorno dopo ancora. E sono andata avanti così per mesi. E adesso, adesso viene la parte più difficile da raccontare, solo il pensiero mi fa battere a mille il cuore. Ho una grande resistenza nello scrivere questo, non vorrei ma devo, non ho il coraggio ma devo trovarlo in me...
Ok! è normale che con uno stile di vita come questo il mio peso non poteva rimanere tale, ma ha cominciato gradualmente a calare...poi sempre di più...
Cosa succedeva dentro di me non lo sapevo e non lo volevo neppure sapere.
“Letizia, c'è qualcosa che non va? Sei dimagrita troppo!Hai bisogno di aiuto? Vuoi parlare con noi?” mi dissero una sera i miei genitori. È passato un anno ma me lo ricordo come se fosse successo un'ora fa. Ed io, io?? Io rimasi per un attimo spiazzata. “C'è qualcosa che non va? Ho bisogno di aiuto? Chi? Io?Mai” mi dissi dentro di me. E allora risposi facendo l'indifferente “Perchè ci dovrebbe essere qualcosa che non va? Io sto proprio bene. Non capisco.”

Nei giorni dopo ripensai e ripensai alle parole dei miei... quel malessere segreto che tacevo a me stessa, che fino a quella sera era rimasto silente, era adesso diventato evidente ai miei stessi occhi, l'impatto che aveva avuto su me era come quello di una ventata che fa sbattere la finestra...
Ok, non stavo bene...ma chiedere aiuto a qualcuno, MAI! No, grazie... Faccio da sola!!!

Intanto, nel perder peso ci avevo preso gusto...

1 commento:

  1. Apprezzo davvero il tuo coraggio nello scrivere una cosa che ti fa così male ed è bellissimo il modo in cui tu lo stai facendo.
    Spero davvero che lo scrivere possa aiutarti a capire e a superare tutte le tue paure. Intanto continuo a seguirti!

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